La tecnologia può essere oggi di grande aiuto negli allevamenti grazie all’uso di sensori di geolocalizzazione, al collo o alla gamba degli animali, per rilevarne il posizionamento, il movimento e lo stato di salute. Stiamo parlando del Livestock Monitoring, ovvero del monitoraggio dei capi di bestiame, di cui esistono già diversi utilizzatori sparsi per il mondo, da Israele agli Stati Uniti.
Grazie a sensori ambientali e microfoni, è infatti possibile conoscere gli spostamenti dell’animale al pascolo ma anche il suo stato di salute: capire se sta male o è stanco, se ci sono femmine incinte o in calore e, in funzione dei dati ottenuti, è possibile comandare a distanza cancelli e percorsi per instradarli e farli andare a mangiare, all’accoppiamento o alla mungitura.
La tecnologia, in questo settore, può essere di grande aiuto anche contro i furti di bestiame: è infatti possibile definire il “perimetro geografico virtuale” entro il quale l’animale deve rimanere, ricevendo un avviso se supera i confini e permettendoci di recuperalo.
E i consumi?
Esistono soluzioni che permettono di far comunicare tutti i dispositivi del sistema consumando pochissima energia, anche fino a distanze di 15-20 km. Inoltre, applicando alla zampa dell’animale sistemi con batterie a lunga durata (fino a 2-4 anni) si può avere il bestiame sotto controllo in tempo reale, senza la necessità di continui interventi di manutenzione.