La matematica non è (solo) un dramma. È il caso di dirlo parlando del progetto Dramath, l’Atelier di geometria proiettiva, computer vision e teatro rivolto agli studenti di quarto e quinto anno delle scuole superiori. In sostanza, una proposta di laboratorio in cui matematica e teatro vanno a braccetto, rendendo la prima meno ostica, sostanzialmente divertente, il secondo fortemente educativo e formativo. A lavorare con passione su questo progetto è Lilli Fragneto, matematica che lavora nel gruppo SRA (System Research and Application) di STMicroelectronics e dal 2008 è responsabile del gruppo di ricerca di matematica applicata nel sito di Agrate Brianza dell’azienda. Un’attività, quella della divulgazione, che la impegna, ma anche diverte tantissimo al di fuori degli orari di lavoro.
A Dramath – progetto ideato con il ricercatore Luca Magri – è arrivata dopo anni di collaborazione con l’associazione MateMatita, Centro interuniversitario di ricerca per la comunicazione e l’apprendimento informale della matematica. « Li ho conosciuti – racconta – facendo teatro, un’altra passione che mi porto dietro da sempre. Diversi anni fa, infatti, scrissi e portai in giro un monologo biografico, (ē)stran(ē)a, che voleva raccontare il mio viaggio dal Sud al Nord utilizzando anche un linguaggio matematico, la geometria frattale e la teoria del caos. Le professoresse Simonetta Di Sieno e Maria Dedò, che fanno parte di MateMatita, videro lo spettacolo e ne rimasero affascinate: mi aiutarono a portarlo in giro nelle scuole e poi mi hanno chiesto di collaborare ad altri progetti di divulgazione della matematica». Era il 2008 e da allora questa collaborazione è divenuta sempre più salda, sino al 2017. Lilli ha ideato una serie di lavori in cui erano presenti laboratori di matematica.
Negli ultimi anni, poi, è nato Dramath, il laboratorio-progetto concepito da Lilli con Luca Magri, ricercatore universitario specializzato sulla computer vision. Fragneto lo conobbe già come stagista in ST, nel 2012, era la sua tutor; da allora nacque un’amicizia e in seguito il progetto in comune con l’obiettivo di regalare ai ragazzi un approccio diverso e coinvolgente alla matematica.
Ma come funziona il laboratorio di Dramath?
«Diciamo – spiega Fragneto – che il tema portante del progetto è la ricostruzione 3D a partire da immagini e ha due parti fondanti: una basata sulla computer vision, in cui i ragazzi affrontano un problema reale guidati da me e Luca come se fossero apprendisti di bottega che imparano facendo e scoprono i principi della geometria proiettiva che stanno alla base della computer vision; il secondo momento, quello della “metabolizzazione dei concetti”, si svolge con l’agire teatrale. È qui che i ragazzi si liberano, fanno le domande davvero interessanti, quelle che svelano se hanno afferrato i concetti in profondità».
I laboratori sono pensati per essere fatti nelle scuole (in versione da sei ore, con i ragazzi di quarto e quinto anno delle superiori), ma da tre anni Lilli e Luca hanno portato il loro corso/laboratorio anche all’interno della “Bottega del Matematico”, che si tiene in Trentino Alto Adige una volta l’anno e vede collaborare la Direzione Istruzione e Formazione Italiana della Provincia autonoma di Bolzano e le Università di Trento, Milano ed Udine.
La manifestazione è rivolta a studenti provenienti da tutta la provincia, con un profitto eccellente nelle discipline scientifiche e in particolare nella matematica. Prevede un percorso della durata di 4 giorni in cui vengono affrontati alcuni quesiti matematici sotto la supervisione di tre docenti della scuola secondaria di secondo grado (tutor) e tre docenti universitari con funzione di stimolo, orientamento e consulenza. L’obiettivo principale del progetto è orientare gli studenti verso un “fare matematica” che unisca aspetti teorici e pratici, prospettando il lavoro di ricerca del matematico nel concreto di un’esperienza di studio.
All’interno del corso proposto da Lilli e Luca «i ragazzi non fanno solo il percorso laboratoriale; chiediamo loro anche di “restituire” quanto hanno appreso con la messa in scena di una piccola pièce teatrale di 20 minuti», aggiunge Fragneto. Un elemento in più che è nato quasi per caso, dal confronto con i ragazzi. Sono stati loro a chiedere di provare a presentare quanto appreso addirittura mettendo in piedi un mini spettacolo. Si poteva dire di no? «Quando ce l’hanno chiesto abbiamo impostato un lavoro sull’improvvisazione e sulla fiducia – rivela Lilli – e il risultato è stato ottimo. Così abbiamo deciso di integrare messa in scena e laboratorio in modo permanente».
Quest’anno la nuova edizione del corso all’interno della “Bottega” si sarebbe dovuta tenere in marzo e ad aprile, invece, era già previsto un laboratorio di Dramath in una scuola, «ma speriamo di farne anche altri. Purtroppo le scuole hanno poche risorse per coprire almeno i costi del laboratorio», aggiunge Lilli. In genere lei e Luca propongono il laboratorio nell’area del Nord-Est. Ma mai dire mai. Provate ad invitarli!
Passione per la divulgazione alla base della loro attività
«A me è sempre piaciuto – rivela Lilli – sin da quando vivevo nel mio paesino. Ho fatto lì il liceo, non c’era molto altro che la classica lezione. Poi dopo la laurea, quando sono venuta a lavorare in ST, mi sono imbattuta in MateMatita ed è scoccata una nuova scintilla.Sono rimasta colpita dalle loro attività divulgative: i ragazzi rimanevano affascinati da specchi, poligoni, figure matematiche fantastiche». L’incredibile interesse con cui i ragazzi partecipano alle attività promosse da Lilli e Luca li ripaga e li motiva. Per Lilli c’è stata anche un’esperienza al Festival delle Scienze di Bergamo. «Con un’insegnante – racconta – abbiamo fatto fare ai ragazzi una caccia al tesoro crittografata dentro il Museo di Scienze naturali. La cosa più bella è stata vedere tutti questi ragazzini cambiare approccio: da spaventati ad affascinati dalla matematica, rompendo quell’idea che la matematica sia inutile e difficile». Lilli sa bene che « non si possono di certo eliminare le lezioni frontali e gli esercizi», ma queste attività “extra” «sono molto utili a fare amare e comprendere la matematica, a far capire a cosa serve. La matematica è presente in tutte le applicazioni della nostra vita, non solo in espressioni ed equazioni; fa parte del tutto. E noi cerchiamo di portare questa consapevolezza in più scuole possibile. Divertendoci da morire».